LA LETTERA DI ANNA. Ero confusa, ma adesso ho imparato come conoscermi.

Dall’ultimo incontro con la psicologa ormai è passato qualche anno e potrebbe non essere l’ultimo nella mia vita, anzi, ora che so cosa aspettarmi e conoscendone i benefici, sono sicura: non sarà l’ultimo.

Forse è ancora poco riconosciuto o è un discorso tabù, ma penso sia importante partire dal fatto che non bisogna vergognarsi d’andare dallo psicologo. Ci sono vari disturbi, più o meno gravi e per fortuna io ho avuto un malanno temporaneo, dovuto a diversi aspetti della mia vita in quel periodo. Ma tutto questo lo posso dire solo ora, alla fine del percorso, ora che sono PIÙ FORTE E CONSAPEVOLE. Prima, all’inizio di tutto, c’era solo una cosa: TANTA CONFUSIONE.

Apparentemente non avevo niente: avevo un bel lavoro, un bel ragazzo, una bella famiglia, amici, sport… una vita cosiddetta “normale”, ma in realtà dentro di me sentivo che c’era qualcosa che non andava, che non stavo bene, ma senza capire perché, cosa mi stesse succedendo in modo silenzioso, nascosto.

Non c’è stato un momento specifico in cui abbia deciso di iniziare un percorso da una psicologa, ma è stato un susseguirsi di piccoli passi, perché l’unica cosa che sapevo era di non star bene. Confrontandomi anche con le persone a me più vicine, ricevevo risposte varie e contrastanti, incrementando così solo la mia confusione.

Un giorno con mia madre esce l’idea di una psicologa… Pur avendo sempre riconosciuto il valore della psicologia, non avrei mai pensato di averne bisogno. Alla fine, ho preso un primo appuntamento pensando che comunque non ci avrei perso niente, infatti l’unico obiettivo che avevo era quello di sentire un punto di vista di un esterno che non mi conosceva, che avrebbe dato la sua opinione senza prendere le parti, ma rimanendo oggettivo e professionale. Dopo qualche seduta, mi sono accorta che alla fine la dottoressa non mi dava una sua opinione, ma bensì RIUSCIVA A TIRAR FUORI LA MIA, la vocina dentro di me. 

Il mio percorso è durato circa un anno e mezzo, composto da incontri fatti di semplici chiacchierate di un’ora circa, ogni 15-20 giorni. La dottoressa non mi dava dei compiti, ma mi diceva solo di riflettere sui temi affrontati durante gli incontri per capire meglio le mie emozioni a riguardo. Mi ha consigliato anche un paio di letture, che hanno conquistato per sempre un posticino nella mia libreria PER RICORDARMI CHI ERO, COSA HO IMPARATO DI ME STESSA E QUANTO ANCORA POSSA IMPARARE…

Per questo penso sia utile andare da uno psicologo: IMPARARE A CONOSCERSI; e per questo penso sia utile a tutti, indipendentemente dal sesso, dall’età, dallo stile di vita.

Ormai non sento più la mia dottoressa, ma gliene sarò per sempre grata.

Anna